Benvenuti, quest’oggi abbiamo sotto le mani la ricetta per preparare dei deliziosi spaghetti alla San Giovannino, ma torinesi. Seguimi e scopri ingredienti e preparazione.
Gli ingredienti principali degli spaghetti alla San Giovannino sono pomodori appesi, capperi e acciughe sotto sale. Ovvero quegli ingredienti che avrebbero patito l’arrivo dell’estate (il solstizio d’estate precede di pochi giorni il 24 Giugno, giorno di San Giovanni).
Gli spaghetti alla San Giovannino, ma torinesi, scopri perché
Io ho provato a replicare la ricetta, di cui ho sostituito gli ingredienti che non avevo con altri: al posto delle acciughe ho aggiunto le olive di Gaeta per mantenere sapidità, al posto dei pomodori appesi ho usato la conserva di pomodorini fatta in casa, e ho sostituito l’origano secco con un mazzetto di erbe fresche: ne è venuto fuori un primo molto saporito anche se sicuramente lontano dalla versione originale, con i profumi che solo il sole e la terra del meridione riescono a regalare.
Tipiche del sud sono le conserve, i fichi secchi e i pomodori appesi, proprio i pomodori appesi sono uno degli ingredienti di questa ricetta che fa rivivere con pochi gesti ed ingredienti le tradizioni del mondo contadino dove d’inverno si consumavano le provviste in modo parsimonioso, e all’arrivo della primavera e dell’estate ci si ritrovava quindi a dover utilizzare le scorte avanzate per evitare che andassero perdute per il caldo.
Ingredienti per gli spaghetti alla San Giovannino
per 2 persone
- 200 gr di spaghetti (se siete molto affamati, altrimenti ne bastano 160 gr)
- 4/5 cucchiai di Olio Extra Vergine Pugliese
- 1 spicchio d’aglio
- 1 piccola cipolla rossa (non presente nella ricetta originale)
- 1 peperoncino fresco
- 2 cucchiai di olive di Gaeta (o se disponibili 3 o 4 acciughe salate)
- 250 gr di pomodorini conservati fatti in casa / pelati di ottima qualità (o se disponibili 10 15 Pomodori Regina appesi o pomodorini freschi maturi)
- Mezzo cucchiaio di capperi sotto sale
- Aromi freschi – 3 o 4 rametti di origano fresco, 1 rametto di rosmarino e basilico fresco (o se disponibile origano secco pugliese)
- Sale per la pasta
Prepariamo insieme gli spaghetti alla San Giovannino, con pomodori, olive, capperi e erbette
- Metti a bollire l’acqua per la pasta, in una padella antiaderente fai soffriggere lo spicchio d’aglio tagliato a metà e il peperoncino in l’olio extravergine su fuoco basso. Quando l’aglio comincia a dorare aggiungi la cipolla tagliata finemente lasciandola imbiondire leggermente.
- Unisci i pomodorini lavati e tagliati in due e i capperi dissalati in acqua e ssgocciolati.
- Fai soffriggere per circa 5 minuti e aggiungi le olive (intere o denocciolate se preferite) e metà degli aromi lavati e tritati. Aggiungi un mestolino di acqua di cottura se necessario.
- Scola la pasta a due/tre minuti dalla fine della cottura e fai saltare in padella aggiungendo il resto degli aromi, e poco alla volta altra acqua di cottura per mantecate e terminare la cottura.
- Servi subito con un filo di olio extra vergine pugliese a crudo.
Semaforo giallo: ricetta con un impatto ambientale medio (meno di 4 kg di CO2 equivalente per kg di prodotto finito). Scopri di più sul carbon footprint!
Una ricetta Pugliese, preparata a Torino: il bello del web per sentire vicine le tradizioni delle mie radici.
Il bello della rete è che annulla le distanze. Ci consente, virtualmente, di parlare con persone lontane come si fa con il vicino di scrivania o con gli amici che abitano a pochi chilometri, ci fa restare in contatto con parenti e amici di infanzia che vivono a mille chilometri di distanza, per esempio nella terra di origine della tua famiglia. Il telefono da solo non sarebbe abbastanza, non ci permetterebbe di vedere le foto e di interpretare le parole che raccontano, spesso, velate emozioni.
Io vivo a Torino da quando sono nata e in Puglia, paese di nascita dei miei genitori, ci sono stata troppo poco e prevalentemente da bambina, ma certe cose me le ricordo bene: la pizza portata a cuocere al forno del paese ”perché viene più buona”, i panzerotti fritti che mangiavamo in piazza (villa) per fare uno spuntino prima di cena, il caseificio e le mozzarelle annodate a mano, le montagne di mandorle lasciare ad asciugare in solaio, le olive, mangiare l’anguria seduti fuori dalla porta di casa con a fianco la sedia con il piattino pieno di fichi e prugne ad indicare “qui si vende frutta”, il primo riccio di mare assaggiato sugli scogli che trovai disgustoso, mentre ora li adoro.
Ringrazio la mia cara cugina per avermi suggerito il link di questa ricetta, e Vi invito a leggere l’articolo di Domenico Modarelli sul sito Sud Italia in cucina, per sentirvi in pochi istanti circondati dei profumi della meravigliosa Puglia.
bello! tutto!
grazie Maite, molto contenta che ti piaccia. Sono appena passata dalla bottega in cui comprai il piatto blu di questa foto e ho dovuto cedere alla tentazione di comprare altri 3 nuovi (o meglio vecchi) piattini. So che tu puoi capirmi… Un abbraccio cara.